Che storia! Valentina Di Michele 20 Settembre 2024

Valentina Di Michele, la punkrocker che non ti aspetti, appassionata di anime giapponesi, con un’occhio sempre aperto sul cielo astrologico, al centro del suo mondo ci sono le parole. Madrina italiana del Microcopy e UX Writing, dopo aver perso il lavoro ha fondato la sua di azienda e da allora non si è più fermata: il DiParola Festival è la sua ultima creatura, evento dedicato al linguaggio chiaro, inclusivo e accessibile. Il primo in Italia.

a cura di Fabiola Noris

When in trouble go big

Quando sei nei guai, rilancia. Questo è il mantra di Valentina Di Michele. Ce l’aveva detto nell’editoriale Osare immaginare che ha scritto per il numero di Chiara dedicato proprio alla parola Osare e lo conferma oggi con la sua storia.
La tenacia, la caparbietà sono due qualità che a Valentina non mancano e che sono state fondamentali nei momenti più difficili. Ma dopo lo shock iniziale, non c’è ostacolo impossibile da superare. 

Di fatto sono ottimista: tutti cadiamo, la differenza la fa come ci si rialza.”

Il grande salto da libera professionista a srl

Valentina oggi è imprenditrice: ha fondato il suo studio Officina Microtesti, ha scritto due libri, insegna UX Writing e Content Design e a comunicare in modo chiaro, inclusivo e accessibile, dirige un Festival, aziende importanti chiedono il suo aiuto ed è un nome di spicco tra le professioniste della comunicazione. Precisione, accuratezza e determinazione, il suo marchio di fabbrica.

Ma dal 2000, anno in cui ha iniziato a lavorare, di alti e bassi ce ne sono stati tanti: ha perso il lavoro due volte, cambiato ruolo e azienda molte altre.

Mi stanco presto e ho continuamente bisogno di nuovi stimoli. Come per la maggior parte delle persone, penso che la sfida maggiore sia sempre con se stessi. Sono curiosa e ho bisogno di cambiare ma sono terrorizzata dai cambiamenti improvvisi. Li cerco, e quando arrivano impiego tempo a digerirli.”

Il momento di svolta avviene nel 2019, sul palco del WMF – Web Marketing Festival. Valentina passa mesi a progettare il talk, viene rifiutato, lo riscrive con l’aiuto di Flavia Trupia, esperta di retorica e public speaking.

Nella sala Content ci sono 900 persone ad ascoltare il suo talk dal titolo Progettare il linguaggio del futuro.
Chiarezza e usabilità del linguaggio i temi di cui parla.

È andata benissimo, le persone mi fermavano nei corridoi, mi sembrava incredibile. Nei giorni successivi il mio profilo LinkedIn è passato da 3.000 a 5.000 contatti: grazie, algoritmo. Ecco, la svolta è stata sicuramente lì.
2019: Saturno in Capricorno, Giove in Sagittario
.”

Da quel momento le cose per Valentina sono cambiate: ha iniziato a parlare sempre più di UX Writing e Content Design creando la prima community su Facebook: Content design, microcopy e UX Writing Italia.
Questa era la via.

Il DiParola Festival: qui si fa la storia!

Il 3 e 4 ottobre a L’Aquila si tiene la seconda edizione del DiParola Festival: la creatura di Valentina, il suo progetto del cuore, quello che l’anno scorso le ha regalato molte soddisfazioni facendole capire che doveva portarlo avanti.

Ho sempre avuto l’idea di un evento dedicato alla chiarezza. Il linguaggio è uno strumento di democrazia: se le persone capiscono perché un investimento conviene per esempio più di un mutuo, oppure come leggere una bolletta o perché hanno ricevuto una multa, possono fare scelte migliori.”

Ogni giorno del resto Valentina con l’attività del suo studio ha a che fare con i testi e microtesti chiari, quelli che evitano alle aziende molte noie, tra cui linee dell’assistenza intasate e recensioni negative.

L’idea del DiParola Festival nasce dal voler aggiungere un tassello in più, qualcosa da dedicare alla comunità di persone che lavora col linguaggio. Non sapeva ancora bene cosa potesse essere ma aveva ben chiare le caratteristiche: democratico, accessibile, inclusivo.

Poi ecco la scintilla: Giorgia Aurelio, oggi segretaria dell’Associazione Linguaggi Chiari, della quale Valentina è presidente, fece una visita medica.

Il dottore si occupava di linguaggio medico accessibile: ne abbiamo parlato, e abbiamo detto, perché no?

Il successo della prima edizione è stato tale da portare a delle novità e a importanti cambiamenti dal punto di vista organizzativo, proprio a dimostrazione di come il tema sia sentito non solo tra i professionisti della comunicazione.

Associazione Linguaggi Chiari: la nascita

Questa è la prima novità che racconta bene la determinazione di Valentina nel portare avanti i suoi ideali e per far sì che l’evento sia accessibile a più persone possibili.

Organizzare un evento è costoso e il lavoro è tanto.Non volevo creare un altro evento dal biglietto altissimo, perché credo nella condivisione, ho sempre realizzato eventi gratuiti e non volevo far nascere un altro evento-prodotto”.

Per questo è nata l’Associazione Linguaggi Chiari con un comitato consultivo spettacolare: Alice Orrù, Elena Panciera, Letizia Sechi, Roberta Zantedeschi e più di 15 tra volontarie e volontari che hanno subito risposto all’appello di Valentina su LinkedIn per dare una mano e far sì che l’evento possa essere gratuito.

DiParola Festival infatti non ha scopo di lucro: è possibile fare delle donazioni per dare una mano concreta a coprire i costi del Festival, in modo totalmente trasparente.

Costo dell’iscrizione?
Gratuita, proprio per garantire che l’evento sia accessibile anche a chi in questo momento non riesce a sostenere le spese.
Per chi invece può e vuole dare il proprio contributo c’è la possibilità di iscriversi e donare 20 o 40 euro e ricevere così in omaggio le registrazioni dei talk, buoni sconto su libri e corsi e l’attestato di partecipazione.

Iscriviti al DiParola Festival

Non sono solo parole: 3 motivi + 1 per partecipare al Festival DiParola

Oggi il DiParola Festival è il primo evento italiano dedicato al linguaggio chiaro, inclusivo e accessibile: un’occasione unica per approfondire un tema che ha dei risvolti su tutti gli ambiti della nostra vita quotidiana.
12 interventi, 3 workshop, 3 webinar, 2 giorni, 1 città meravigliosa. Valentina ce lo racconta nel dettaglio.

Nomi di primissimo piano che indagheranno i limiti e le possibilità del linguaggio chiaro e preciso nella sanità, nella scienza, nel giornalismo e nell’informazione, nella scuola, nei viaggi e nell’etnografia, nel diritto e nell’amministrazione, nella manualistica tecnica, nella sicurezza.
3 nomi? Annamaria Anelli Business Writer, Donata Columbro Giornalista e Data Humanizer e Shata Diallo consulente speaker e divulgatrice sui temi di inclusione.

Leggi il programma completo del DiParola Festival

16 ore di formazione di altissimo livello, pratica, spendibile, praticamente gratuita o con una donazione piccolissima: ci sarà Letizia Sechi con un workshop dedicato ai testi chiari e precisi, Elena Panciera per lavorare sull’accessibilità dei testi; mentre con Monica Bernacchia si lavorerà sul testo descrittivo di un’opera d’arte per renderlo più comprensibile e leggibile.

Chi partecipa sceglie di fare parte di una comunità che crede nel valore etico. Che pensa che fare comunità sia unirsi in valori condivisi, che portano beneficio alla collettività.

Una città diversa da quelle scelte di solito per gli eventi, facilmente raggiungibile, Capitale Italiana della Cultura 2026, una città che riemerge da un passato recente complesso.

E poi anche dal punto di vista economico una città che ha costi bassi di trasferta rispetto alle solite note Milano, Bologna o Roma. La sede del Festival, poi, è un’icona: è il Teatro dell’Accademia di Belle Arti, progetto dell’architetto Paolo Portoghesi. Insomma, non solo la parola, anche la location conta.

Anima giramondo, cuore abruzzese

L’Aquila, fenice risorta dalle sue macerie, richiama la dimensione della provincia abruzzese in cui Valentina è nata e cresciuta e dalla quale dopo la maturità è scappata.
Roma è stata per molti anni la città perfetta per Valentina, dove sentirsi a proprio agio e vivere le vite che voleva, oltre i limiti della provincia.

Divoratrice di libri, studia Lettere e Filosofia. Il primo lavoro come redattrice per riviste di cinema e da lì la sua relazione con le parole non si è più fermata. Ha scritto per la carta stampata, per il web fino a progettare contenuti lunghi, poi architetture di contenuti, poi testi brevissimi.

Il mio sogno di bambina era diventare giornalista. O Lady Oscar.
E forse è quello che si avvicina di più a quello che faccio oggi.
Ma sono arrivate altre strade. Le parole, però, sono rimaste accanto a me.”

Vive per 25 anni a Roma, per alcuni periodi si traferisce all’estero poi arriva il lockdown e con il marito sceglie di tornare nella sua città natale, Teramo. Doveva essere una soluzione temporanea e invece sono ancora lì, ed è proprio in Abruzzo che Valentina ha fatto nascere e crescere Officina Microtesti, il suo studio. Dal centro dell’Italia cura la comunicazione di molte aziende italiane e straniere. Con una splendida vista sulle montagne.

“Quando ho bisogno di aria fresca mi sposto. La mia casa è in un bosco. Vedo le montagne. Quando sono lontana mi mancano. Come Heidi.”

Un po’ Heidi e un po’ Lady Oscar.

Nelle sue mani non una spada, ma il potere di semplificare la complessità.
Una parola alla volta.”


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