Che storia! Jessica Paolillo 14 Ottobre 2023
Jessica Paolillo, attivista per il plurilinguismo, lavora come promotrice per la lettura dell’infanzia e dell’adolescenza. Due tasselli che nella sua vita si sono intrecciati più volte, la passione per le lingue e per la lettura, con uno scopo ben preciso: offrire alle nuove generazioni (e ai genitori) uno sguardo aperto sul mondo.
a cura di Fabiola Noris
“Quello che serve è la meraviglia. I bambini hanno bisogno di questo, continuare a guardare il mondo con gli occhi della meraviglia.”
Jessica Paolillo, cittadina del mondo: milanese di nascita, Madrid come casa per 10 anni, una parentesi ad Amburgo dove è diventata mamma, Merano come città dove far crescere la figlia nel multilinguismo.
Una storia la sua, caratterizzata dalla moltitudine di stimoli a cui non si è mai sottratta, dalla voglia di creare e di mettersi in gioco, un’abbondanza che è sfociata nello sviluppo di competenze che la rendono una professionista poliedrica, in continua formazione per il piacere di accrescere il proprio sapere e restituirlo nel lavoro che svolge quotidianamente.
Oggi infatti Jessica è promotrice per la lettura dell’infanzia e adolescenza, promotrice culturale, e si occupa di mediazione interculturale e interlinguistica. Un lavoro che porta dentro di sé il frutto di tutte le esperienze passate.
“Mi sono laureata in Storia dell’arte: durante gli studi organizzavo mostre itineranti nei locali di Milano, oggi organizzo eventi per promuovere la lettura tra i bambini, del resto gli albi illustrati sono piccole opere d’arte.”
Il sogno di Jessica era di lavorare come curatrice di mostre legate all’arte contemporanea. Da Milano si è trasferita a Madrid dove il compagno aveva trovato lavoro. Lì inizia a vivere il mondo artistico con uno stage al Museo del Prado e organizzando mostre di arte erotica nei sex-shop più famosi della città ma capisce ben presto quanto sia difficile ricavare uno stipendio dignitoso dall’arte.
Dà così il via a nuovo progetto La Hoja de Albahaca con l’obiettivo di diffondere la tradizione gastronomica italiana in terra spagnola.
“Eravamo tra i primi ad offrire questo tipo di servizio: lezioni di cucina con vendita di prodotti tipici di piccoli produttori italiani.”
L’attività fa fatica a prendere piede e una nuova opportunità di lavoro del compagno di Jessica li porta a trasferirsi ad Amburgo, in Germania.
L’attivismo nel plurilinguismo
Ad Amburgo dà alla luce la sua piccola ed è proprio con la maternità che il plurilinguismo fa breccia nel cuore di Jessica. Decide insieme al marito di crescere la figlia plurilingue.
“Per noi Madrid è casa, scegliere di crescere nostra figlia bilingue è stata una scelta naturale: non sapevamo bene come fare, ma abbiamo iniziato a documentarci e informarci.”
E così che iniziano un percorso di multilinguismo famigliare e la scelta di andare a vivere a Merano rientra anch’essa in questo progetto.
L’interesse personale di Jessica per il multilinguismo l’ha portata a formarsi professionalmente e la vede quotidianamente attiva sull’argomento.
Grazie ai 10 anni vissuti a Madrid e la conoscenza perfetta della lingua spagnola, lavora come traduttrice ma si è anche certificata come insegnante di spagnolo ed esaminatrice DELE presso l’Instituto Cervantes, è inoltre ambasciatrice PEaCH for bilingual children.
È grazie alla sua energia propositiva e alla sua lungimiranza che PEaCH, con la collaborazione degli altri ambassador, ha creato un canale Spotify con risorse gratuite in varie lingue, suddivise per fasce d’età e Stories in multiple languages, una playlist su YouTube di video dedicati alla lettura di albi illustrati, a disposizione di genitori ed educatori.
Piano C Factory: dal multilinguismo alla letteratura per l’infanzia
Trasferirsi da una nazione all’altra e ricominciare da capo, la maternità e il prendersi cura a tempo pieno della piccola senza alcun supporto esterno, costringe Jessica a mettere in pausa la ricerca del suo posto nel mondo.
Una ricerca che decide di riprendere in mano nel 2021 con la partecipazione a Piano C Factory, il percorso di riprogettazione professionale.
“Dopo gli spostamenti tra Madrid, Amburgo, Merano e la maternità avevo bisogno di trovare un po’ di risposte, Piano C Factory mi ha dato gli strumenti per farlo.”
Il suo punto di partenza era la passione supportata da una forte motivazione nel voler diffondere la cultura del multilinguismo.
Ed è proprio durante le interviste conoscitive del percorso che Jessica decide di contattare un’esperta del settore che aveva conosciuto in occasione di un incontro online dedicato al multilinguismo: Karin Martin, fondatrice di The multilingual garden. Inizia così a collaborare insieme occupandosi del progetto Intervista all’esperto/a di bilinguismo e multilinguismo. Un’attività che la vede occuparsi del coordinamento scientifico e dell’organizzazione delle interviste e che porta avanti tutt’oggi con l’intento di sensibilizzare sull’importanza dell’aprirsi al mondo attraverso lo studio di una seconda lingua.
A questo scopo ha approfondito anche come i disturbi dell’apprendimento possano caratterizzare l’apprendimento di una seconda lingua rendendolo un viaggio unico e personale.
“Il progetto su cui ho lavorato durante il percorso di Piano C Factory era proprio quello di diventare consulente per il multilinguismo.”
Ma la vita ha portato Jessica ad approfondire poi l’ambito della letteratura per l’infanzia.
“Il mio porto l’ho trovato nella letteratura per l’infanzia anche se il mio veleggiare è solo all’inizio.”
Enne come libro
Se la conoscenza di più lingue spalanca le porte del mondo è con la lettura che si creano legami e connessioni profonde.
Jessica decide così di unire i puntini che la maternità ha portato alla luce e continua con la formazione in ambito culturale con un corso di perfezionamento in Lettura e letteratura per l’infanzia e l’adolescenza all’Università di Padova durante il quale svolge un tirocinio presso la biblioteca di Merano e l’Archivio OPLÀ che raccoglie un vastissimo patrimonio di libri realizzati dagli artisti per bambini.
Nasce così il progetto Enne come libro: un sito e una pagina Instagram dove Jessica racconta la sua attività di promotrice della lettura, consigliando albi e raccontando le attività che organizza.
La prossima in calendario?
La notte dei peluche, la sleep over night dedicata ai piccoli dai 5 ai 7 anni che sono invitati a portare il loro pupazzetto in biblioteca per fargli trascorrere la notte immersi nei libri. La nottata sarà documentata con video e fotografie che verranno poi mostrate ai bimbi.
“Tramite il legame affettivo che i bimbi hanno con il proprio pupazzetto tentiamo di solleticare la loro fantasia e la promozione alla lettura. É dimostrato che se ripetuta nel tempo questo legame che si crea tra orsetto, libro e bambino può aiutare a fomentare la lettura sin da piccolissimi.”
Amore a prima vista: i silent book
L’amore per la conoscenza, la passione per la formazione, la continua curiosità, quella che ti permette di crescere e scoprire aspetti che non avevi mai preso in considerazione sono il carburante che contraddistingue la storia di Jessica.
É a questo punto che seguendo il filo che lega il multilinguismo alla letteratura, passando per i disturbi dell’apprendimento, fanno la comparsa nella vita di Jessica i silent book.
Spesso bistratti e incompresi dagli adulti, Jessica ne sottolinea l’estremo potenziale nelle attività educative.
“I silent book sono i libri più inclusivi. Possono arrivare a qualsiasi cultura, non importa quale lingua si parli e si può arrivare a comunicare attraverso l’immagine. Attraverso i silenti book ogni bambino manifesta il suo diritto alla narrazione, il suo diritto a leggere una storia.”
Ed è proprio dedicato ai silent book il nuovo progetto su cui sta lavorando Jessica in questo momento e per cui è alla ricerca di sponsor: La silent bike e le valigie senza parole.
Una bici elettrica attrezzata con due valigie piene di silent book su e giù per le strade dell’Alto Adige-Südtirol a far visita a scuole, biblioteche e centri culturali per promuovere la lettura dei libri in maniera inclusiva.
“Per me la letteratura dell’infanzia è sempre stata importante, semplicemente perché in essa mi ritrovo poiché è, citando Ilaria Filograsso universo comunicativo plurale connotato dalla diversità di forme testuali, linguaggi, generi, tipologie di destinatari; ed è in questa diversità, in questa pluralità, in questa complessità che mi ritrovo, riesco a vedermi e riconoscermi.”
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