
Che storia! Marta Milasi 14 Febbraio 2025
Marta Milasi è una stratega dei contenuti, maestra di cerimonia del tono di voce: con le parole fa magie, ma in realtà sono frutto di una sensibilità coltivata e resa salda da un’intelligenza acuta e dalla capacità di surfare sulle onde del cambiamento.
“Tutto quello che è venuto è stato perché sono stata ricettiva agli input che arrivavano dai miei incontri fortunati.”
Marta Milasi nasce come copywriter, liceo Classico, una laurea in Lettere Moderne con una tesi in Estetica su Dostoevskij, un Master in Copywriting di Accademia di Comunicazione.
“Dirò qualcosa di impopolare ma l’università è stata per me completamente inutile da quasi ogni punto di vista: non mi ha dato metodo e struttura, non mi ha arricchita né umanamente né culturalmente, non ho studiato nulla che non avrei potuto studiare da sola. Insomma, così com’era – per nulla pratica e professionalizzante – non mi ha dato molto.”
Nel 2011 trova lavoro come digital copywriter ante-litteram in agenzia ma non si trova bene e decide di andarsene. Senza avere un piano B.
Inizia così a tenere corsi di scrittura creativa “per i vecchietti” e a scrivere di arte e design per diversi magazine finché trova l’annuncio di MySecretCase a cui non aveva risposto nessuno, visto il tema. MySecretcase era infatti il primo sexy shop online italiano fatto per le donne e non per gli uomini.
“Mi sono candidata perché pensavo sarebbe stato divertente e invece per un anno ho scritto talmente tanto, ovunque, che facevo fatica persino a trovare il tempo per andare in bagno. Descrizioni prodotti e categorie, testi sito, articoli blog, eventi, ufficio stampa, piani editoriali, progetti speciali: ho fatto di tutto e di più e bisognava correre, è stata la mia più grande scuola.
Nel frattempo Marta approfondisce lo UX Writing e la neuroscrittura: le propongono un lavoro di UX Writer in una software house e poco dopo un suo ex collaboratore di MySecretCase che stava costruendo il team di design di Wise Emotions – poi acquisita da Telepass – le chiede di raggiungerlo.
“Sono seguiti due anni bellissimi dove abbiamo progettato un’app molto complessa dal nulla, è stato mitico.”
Oggi Marta è Head of Content: si occupa di tutto ciò che riguarda i contenuti digitali di un’azienda: dall’identità di brand alla strategia fino alla messa a terra della comunicazione per valorizzarne i punti forti, farlo parlare chiaro e garantire un’esperienza utente fluida, coerente e gratificante.
Intuito e consapevolezza
“Sul lavoro sono sempre stata intuitiva, ho cercato di volta in volta di fare quello che ritenevo giusto per il dialogo tra l’azienda e il suo pubblico divertendomi nel creare opportunità e connessioni e il più delle volte mi è andata bene.”
I momenti critici non sono mancati nella carriera di Marta: questo è accaduto quando l’aspetto professionale si legava “forse per inesperienza” a quello personale e hanno segnato sempre un cambiamento, un passaggio al livello successivo.
Decidere di cambiare posto di lavoro, i contrasti con alcuni colleghi per diversità di mindset e approccio o la semplice consapevolezza di capire che non si è più nel posto adatto al proprio sentire. Marta riconosce quando farla finita e lasciare andare per darsi modo di crescere e imparare ancora.
“La vera svolta per me non è il cambio-lavoro, ma il cambiamento dello sguardo su di me: come ho intenzione di passare le mie 8 ore al giorno? Che tipo di vita desidero e come il lavoro può aiutarmi – in quanto mezzo – ad averla? Che tipo di persona voglio e posso essere nei prossimi mesi?”
Ed è proprio quello che Marta sta vivendo adesso. Dopo 12 anni di azienda ha deciso di aprirsi al mondo della libera professione come consulente e formatrice in ambito UX con focus sul tono di voce applicato anche all’Intelligenza Artificiale.
Open mind, mai senza
Marta ha un carattere solare, la gentilezza d’animo la contraddistingue, una gioia frizzantina nel parlare: impossibile non venire travolti dalla sua carica positiva. Ma attenzione a sottovalutarla, si definisce “una persona molto bambinesca, tanto dolce quanto brutale.” Nella sua vita professionale quando privata, l’essere open-minded è una caratteristica innata: dal folle amore per “i mattonazzi russi” al creare un blog dedicato agli eventi gratuiti di Milano, dal passare da argomenti tabù alle autostrade, dallo scrivere a fare podcast, insomma, l’elasticità mentale a Marta di certo non manca, così come la voglia di sperimentare e mettersi in gioco.
“Penso che l’apertura mentale – non necessariamente corrispondente a quella caratteriale, cioè all’espansività – sia collegata alla curiosità e al dubbio. È sicuramente rischiosa, perché ti espone alla possibilità che qualcosa possa andare storto o qualcuno possa essere nocivo, ma la mia personalissima esperienza mi insegna che se ti apri, è vero che ti può arrivare di tutto, ma è anche l’unico modo che abbiamo per vivere con intensità e pienezza. E allora la sfida non è imparare a difendersi, ma a navigare gli effetti dell’apertura, che è un dono per noi e per gli altri.”
Nella sua testa una miriade di connessioni supportate dalla volontà di creare qualcosa di bello e leggero, un’alternativa concreta alle cose del mondo che non le piacciono.
Del resto, lavorare in azienda per Marta non ha mai significato sentirsi “a posto”: anzi quella relativa stabilità le ha consentito di aprirsi ancora di più verso l’esterno, iniziare nuovi progetti che poi le sono serviti per traghettarsi verso nuovi lidi quando il posto fisso ha iniziato a scricchiolare.
Proprio come quando a seguito di alcuni cambi ai vertici in un’azienda in cui lavorava, la sua area è stata ceduta a terzi con effetti non proprio felici sulla sua carriera. Ecco che la sua esperienza con Radio District, una serie di live e podcast a tema design e lavoro così come insegnare UX in Talent Garden le hanno permesso di non rimanere bloccata ed evolvere come professionista.
“Un modo per tenere lo sguardo verso l’esterno allenato è cercare di fare altro mentre si ha la tranquillità del “posto fisso”.
E ora? Verso l’infinito e oltre!
Due sono i progetti del cuore a cui Marta sta lavorando, uno lavorativo e l’altro amatoriale.
#1 Studio Martire
Il duo progettuale con Irene Eustazio, collaboratrice e amica di Marta. L’obiettivo? , Portare la UX e l’AI content nelle aziende attraverso toolkit e brevi percorsi di formazione.
#2 Marteciperoom
Marta apre le porte di casa sua trasformandola per l’occasione in una venue di concertini, bagni sonori, performance teatrali e altri eventi strambi.
“Mi piace questo fatto di poter diventare la mecenate non di artisti, ma di persone espressive.”
Aspirante attrice di cinema, poi blogger, poi podcaster e “mille altre cose inconcludenti perché in fondo l’importante non è mica concludere” la verità è che Marta da piccola sognava di essere Olivia Hussey nel Romeo e Giulietta di Zeffirelli.
“La notte di San Valentino lo davano sempre ai Bellissimi di Retequattro, ero alle elementari e restavo sempre sveglia fino all’una per guardarlo. La verità è che fosse per me farei l’attrice anche ora: che sia la prossima svolta?”
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