Che storia! Nina Gigante 14 Giugno 2024

Nina Gigante, nel mondo ha le radici e le parole come rifugio. Giornalista e Holistic Nutritionist and Health Coach, il suo nido l’ha costruito a Foligno: dal centro del suo nuovo mondo scrive parole che curano e coltiva germogli di consapevolezza.

a cura di Fabiola Noris

“Il lavoro mi stava intossicando.
Questa vita apparentemente era quella che mi ero scelta, nessuno mi aveva imposto nulla, ma non era più allineata a quella che ero io: un lavoro h24, senza tempo per me.
Ho coraggiosamente lasciato tutto.”

Nina Gigante, una laurea in lettere e poesia contemporanea, un master in editoria e giornalismo, una carriera ben avviata con contratto a tempo indeterminato presso Il Saggiatore, capisce che quella non è più vita per lei.

La busta di piselli

“Ma che cosa è diventata la mia vita? 
Un pacco di piselli che si sciolgono, perché non ho manco il tempo di arrivare alla cassa, senza essere bombardata da messaggi ed e-mail? È così che ho scritto la mia lettera di dimissioni davanti al bancone dei surgelati con questa busta di piselli.
Scongelati.”

È il 2013, Nina si licenzia, fa le valigie e parte per l’Inghilterra: decide di studiare medicina orientale e si diploma prima come Holistic Nutritionist, poi come Holistic Health Coach.

Obiettivo di Nina: aiutare le persone a prendersi cura di sé, prevenendo le malattie con l’utilizzo delle medicine orientali, le stesse pratiche che l’avevano aiutata negli anni precedenti.

Ciò che più apprezza è infatti l’approccio integrale delle medicine orientali in cui gli organi sono sempre connessi alle emozioni: non c’è una parte fisica e una parte emotiva, sono la stessa cosa e l’essere umano non viene considerato a compartimenti stagni.

Una volta diplomata inizia a praticare la professione, poi da Londra passando per Amsterdam, fino a Barcellona: la valigia sempre pronta, nulla a trattenerla, Nina ha un cuore vagabondo ma l’amore per la divulgazione nel 2017 la riporta in Italia.

“Ho unito i puntini: le mie competenze di comunicazione sviluppate attraverso il master unite a tutta questa parte di nutrizione e visione olistica mi hanno resa una tra le poche professioniste in Italia che avevano sia competenze tecniche che competenze di forma.”

Porta così avanti la collaborazione con Donna Moderna e scrive per molte riviste trattando il tema del benessere: corpo e mente, salute, alimentazione, beauty ma sempre in un’ottica olistica, in cui il prendersi cura di sé esula dal comprarsi la maschera del viso, bere acqua e limone ogni mattina o andare alle terme.

Il detox: la manutenzione di salute ed emozioni

“Io non ho bisogno di un’altra cosa per amarmi o per prendermi cura di me, io ho bisogno di farmi le domande giuste ed estremamente scomode. Certo è meno piacevole di mettermi una maschera in faccia, però è necessario perché altrimenti sposto ogni volta fuori di me la questione, demando la responsabilità della mia felicità a un oggetto.”

Di detox Nina ha una conoscenza approfondita e racconta di come nella cultura occidentale sia una pratica punitiva, grassofobica con l’obiettivo di entrare in paio di jeans striminziti, con standard decisi da non si sa chi e in base a cosa. 

Nelle prospettive orientali invece è una cura, una manutenzione periodica del corpo e delle emozioni.

Basti pensare alle culture tradizionali: la quaresima in cui ci alleggeriamo togliendo cibi pesanti o il passaggio stagionale.

La voglia che sorge spontanea in questo periodo di cibi freschi, insalatone leggere e croccanti, frutta colorata non è certo un caso.

“È vero che i nostri corpi funzionano perfettamente, ma noi li sottoponiamo a livelli disumani senza poi darci il tempo del recupero, perché non dormiamo più: ma perché devo dormire se posso scrollare, scrivere, lavorare, sentire il podcast, arrampicarmi?”

Il detox per Nina consiste nel prendersi cura, senza aspettare il momento perfetto, ma iniziare ora mettendo in atto anche piccole azioni quotidiane per prevenire poi l’insorgere della malattia. Una cosa è certa:

“Non posso pretendere di aprire i social e trovare una risposta per tutto, devo farmi io le domande che funzionano per me.”

Stare e progettare

Per Nina stare non è semplice, lei che ammette di avere usato il viaggio più volte come mezzo di fuga. Ma ora galeotto l’amore con il suo compagno Andrea, il piccolo Arturo da crescere, l’impegno di un mutuo da portare avanti, la fuga non è più un’opzione.

Ed è in questo stare, in questa fase in cui Nina sente di star ricalibrando il percorso, che ha due progetti in gestazione.

Il primo è un libro che sta scrivendo per Aboca dedicato alla matrescenza.

“Quando diventiamo madri andiamo incontro a delle trasformazioni così enormi che non si possono ridurre solo al momento del parto. Sono trasformazioni biologiche, fisiologiche, cerebrali, emotive, lavorative. Cioè, è una bomba lanciata dentro la tua vita. Una bomba che non è un momento, ma è un tempo, esattamente come l’adolescenza.”

Nina stessa è diventata mamma da due anni e si definisce lei stessa in matrescenza, per cui sta imparando a conoscersi, a gestire i suoi tempi e a darsi la possibilità di sbagliare in una società dove le madri devono essere sempre sul pezzo, colme di responsabilità e perfettamente perfette.

Il secondo progetto a cui sta lavorando si chiama Futura, una piattaforma online con corsi e incontri centrati sul prendersi cura di sé.

“Vorrei portare un concetto di salute olistica integrata e integrale di benessere per le donne, per offrire una possibilità a tutte di prendersi cura di sé ora, per me la Cura è questione di millimetri e non in un retreat di yoga a Bali. Dobbiamo tornare a prendere in mano la responsabilità della nostra salute, del nostro benessere.”

Nina è certa che la cura per evitare di finire con il burnout, con l’esaurimento delle energie, non sia il self-care caldamente venduto dalle pubblicità, una felicità effimera che risponde a un bisogno emotivo con un oggetto materiale. La cura consiste nel tornare a stare insieme e prenderci collettivamente cura di noi, riscoprire il valore della comunità. E questa è la direzione di Futura.

E poi c’è TerraCielo

L’inverno passato per Nina è stato un momento difficile a livello lavorativo e a differenza dei tempi passati è stata costretta a stare. Ferma.

Ma aveva bisogno di ripartire da ciò che aveva di più caro, le parole.

“È dentro questo grandissimo dolore, questa difficoltà dello stare, che è nata la newsletter: per me è stato un riprendermi, un chiedermi dove era finito il mio nutrimento. Le parole per me si erano svuotate, perché erano diventate solo strumento di lavoro.”

Nasce così TerraCielo, un pezzo di nutrimento vitale per Nina che le permette di parlare degli argomenti che più le stanno a cuore e fare divulgazione, quella seria e concreta, per aiutare le persone. 

Il tutto portando avanti il dialogo in una dimensione accogliente e protetta. Dentro TerraCielo, la parola benessere ritrova il suo significato più profondo e si sgancia dalla dimensione consumistica.

Coraggio da cor-cordis, cuore

Dunque come si fa manutenzione alla propria vita quando si sente che le cose non sono più allineate?

Nina lo dice chiaramente: prendersi cura del proprio benessere fisico e mentale non significa solo mangiare bene. 

Significa scavare nel profondo, farsi le domande giuste.

“Quando sono andata a vivere in Inghilterra per me è stato un alleggerimento incredibile perché mi stavo ponendo le domande fondamentali: sono felice per quello che faccio? No. 
Posso cercare una via che sia economicamente più faticosa ma più soddisfacente per me? Sì. 
E adesso che non ho la libertà di dire lascio tutto e me ne vado a Barcellona, posso trovare delle micro azioni quotidiane che posso fare per essere più allineata? Sì.
È faticoso? Tantissimo. 
Ho altra scelta? No.”

Ci vuole coraggio a uscire dal tran tran quotidiano, ma attenzione non significa buttarsi a occhi chiusi in nuove avventure. Significa fermarsi ad ascoltarsi. Ascoltare il proprio cuore e placare per un attimo il turbinio della mente.

Ciascuna di noi deve essere responsabile del proprio benessere.
Non c’è acqua e limone che tenga.
Ma solo porsi le domande giuste e mettersi in azione.

E come direbbe Nina, Namastè