Che storia! Giorgia Carloni 14 Dicembre 2023
Giorgia Carloni, coach professionista, facilitatrice e consulente d’impresa per Piano C. Un animo da esploratrice e il desiderio multiforme di prendersi cura dell’umano l’hanno guidata dalla Cooperazione allo sviluppo a dov’è ora, con una missione ben precisa: aiutare le persone a cogliere lo straordinario potenziale generativo del cambiamento.
a cura di Fabiola Noris
Giorgia Carloni da ragazzina non aveva un sogno, ne aveva tre: viaggiare per lavoro come fotografa o giornalista di guerra, diventare medico o fare l’attrice. Come spesso accade nelle vite che raccontiamo in Che storia!, il percorso di Giorgia l’ha portata a collegare questi puntini.
“Che continuano ad essere il cuore di ciò che mi appassiona e mi motiva,
tra esplorazione e scoperta, cura e creatività.”
Accompagnare nel cambiamento
Giorgia oggi è una coach professionista certificata ICF (International Coaching Federation) e si occupa principalmente di transizioni lavorative importanti e sviluppo della leadership.
In quest’ambito, un bel pezzo del suo lavoro consiste nell’accompagnare chi sta vivendo una fase di cambiamento significativo in ambito professionale, di quelle che creano turbolenza un po’ su tutti i piani della vita, perché questa possa essere vissuta come la potente finestra evolutiva che è.
Si tratta infatti di momenti di vita che hanno un potenziale trasformativo straordinario, spingono oltre i confini che spesso le persone tracciano per se stessi e con ciò che le circonda. Disturbano lo status quo generando confusione, incertezza, malessere, paura, ma anche nuove possibilità. Una soglia che ha attraversato Giorgia in prima persona.
“Se resistiamo alla tentazione di riportare ordine quanto prima, di ricacciare la polvere sotto il tappeto, o magari di subire ciò che sta avvenendo, e riusciamo a stare su quella soglia con curiosità e fiducia, esplorando le nostre emozioni e facendoci domande anche scomode, abbiamo la possibilità di esplorare nuove prospettive e connetterci a parti di noi che ci erano forse meno note.
Il mio impegno è quello di accompagnare i miei clienti in questo passaggio delicato e prezioso, con l’obiettivo di allenare adattabilità, creatività e selfleadership.”
É inoltre facilitatrice di dinamiche di team e processi di cambiamento organizzativo, in cui ama utilizzare gioco e creatività per esplorare in profondità garantendo sempre uno spazio sicuro. In ambito organizzativo, le sta particolarmente a cuore promuovere una cultura della centralità del benessere della persona, lo sviluppo dell’intelligenza emotiva e una leadership capace di sostenere connessioni e generatività.
Creare connessioni, generare valore
“Non posso dire che il mio percorso sia stato lineare. Per quanto la mia stella polare brillasse fulgida da tempo, c’ho messo un po’ e procedendo per tentativi per riconoscerla e capire in che modo seguirla in maniera realmente sostenibile e nutriente per me.”
Laureata in Scienza Internazionali e Diplomatiche, quel che voleva fare era lavorare nella cooperazione allo sviluppo e avere un impatto positivo sulle persone in situazioni di povertà, precarietà ed emarginazione. Nell’incontro con la realtà, Giorgia si trova di fronte a dinamiche politiche, burocrazia e progetti lontani dalle persone.
Si sposta così nel settore privato sempre mantenendo un focus sul sociale. Viaggia per il mondo, lavora sul campo, poi inizia a coordinare le operazioni e i team sparsi dall’Ecuador alle Filippine.
“Ho avuto l’immensa fortuna di poter dare a quel nuovo lavoro la mia “forma”, mettendo l’accento sulle persone, su ciò che per loro era importante per crescere e dare il meglio nel loro lavoro. Ho ascoltato, accompagnato, negoziato, fatto domande. Era questo, tra le molte cose che componevano il mio lavoro, che mi dava gioia, che mi faceva tornare a casa felice di ciò che facevo.
Le relazioni, le connessioni, l’amore per l’umano.”
La stella polare è sempre lì
Arriva il momento in cui Giorgia sente il bisogno di dare un senso a ciò che inizialmente faceva in maniera intuitiva. Aveva bisogno di studiare, di comprendere, di apprendere per essere più efficace. Un master, corsi, consulenze esterne e così il coaching fa capolino nella sua vita professionale.
Poi c’è stata la crisi. Quello che faceva non le sembrava più abbastanza. L’incontro con la medicina tradizionale cinese, la visione sistemica dell’essere umano che influenza Giorgia nel suo lavoro e nella sua visione del mondo. A questo punto sente che, per quanto la sua vita professionale continui ad offrirle soddisfazione e tranquillità, è ormai chiaro che procede un po’ per inerzia e ci sia bisogno di un cambiamento.
“La verità? Avevo paura di abbandonare il nido comodo che mi ero creata, in cui ero riconosciuta e apprezzata e in cui godevo di grande libertà. Cambiare avrebbe voluto dire rimettersi in gioco, imparare, esporsi. Avevo i muscoli per farlo?”
Nasce il suo bimbo e una serie di stravolgimenti si abbattono sulla sua vita tranquilla. Arriva il momento di mollare gli ormeggi e lanciarsi in mare aperto.
“Ho saltato.
E come spesso succede quando ci si ascolta profondamente, ho incontrato sulla mia strada ciò di cui avevo bisogno.
Alleati, insegnanti, opportunità. Anche fallimenti, che sanno essere ottimi insegnanti.”
Giorgia ufficializza la sua attività di coach prendendo la certificazione, inizia a collaborare in veste di facilitatrice, mentore, consulente e naturalmente coach. Continua a studiare. In un percorso graduale e di continuo apprendimento, dove ogni scelta le richiede di prendersi del tempo per riconnettersi in maniera autentica alla sua stella polare.
Nessun pentimento per la scelta fatta, nemmeno nei momenti più bui che non sono di certo mancati, quando si affacciava il dubbio di essere all’altezza di tutte quelle nuove sfide; nemmeno durante la pandemia quando si è trovata nel bel mezzo della sua transizione, senza un lavoro e con un bimbo piccolo da accudire, senza aiuti esterni.
“In questo percorso, riconosco che resilienza, determinazione e desiderio di connettermi con un senso più profondo della mia vita sono stati buoni compagni di strada. Così come formidabili sostegni sono stati il mio compagno, che ad ogni inciampo mi ha invitata con amore a rialzarmi e riprovare e il pensiero di mio figlio, perché non dimentichi che ha il potere di scegliere.”
Dal percorso con Piano C alla collaborazione
Nel bel mezzo di questo cambiamento avviene l’incontro di Giorgia con Piano C, grazie al consiglio di un’amica che aveva partecipato a un percorso.
Giorgia aveva appena lasciato il lavoro e il suo bimbo aveva 10 mesi: era motivata a ricominciare a pensarsi come professionista, attingendo alle sue esperienze ma anche immaginando qualcosa di nuovo.
Le era chiaro che non voleva semplicemente trovare un nuovo lavoro ma esplorare possibilità realmente nuove, con l’aiuto di uno sguardo esterno che la aiutasse ad andare oltre i confini che già conosceva, la sfidasse e la aiutasse a mettersi in gioco.
“Ricordo ogni incontro con Cristina. Ricordo chiaramente la sensazione di star esplorando oltre i miei confini abituali e contemporaneamente valorizzando esattamente ciò che c’era e c’era stato. Ripartire da me, dalla mia tavolozza, per dipingere un nuovo quadro, mescolando i miei colori in sfumature meno conosciute.
Ricordo anche tutte le interviste fatte a sconosciuti, o quasi, per esplorare futuri possibili, ricordo la generosità di quegli scambi e l’energia che ne ricavavo. E ricordo quella fatta con l’ex collega di un’ex collega che faceva la coach. Sbam. Era questa la via.”
Le affinità con i valori e le modalità di lavoro di Piano C erano tangibili. Nel 2021 inizia così a collaborare con Piano C su alcuni percorsi imprenditoriali individuali e di gruppo che stavano nascendo. Giorgia infatti è la consulente d’impresa che supporta le donne nel loro percorso di autoimprenditorialità Piano C per la tua Impresa.
Un percorso che va oltre le competenze tecniche e fa leva su competenze trasversali, toccando corde profonde, sopratutto per il contesto in cui viviamo quotidianamente.
Giorgia, una vita generativa per scelta
Fin dall’inizio della storia di Giorgia è chiaro che vi sia un filo rosso che collega le sue scelte, quello della generatività. Il desiderio di contribuire positivamente in questo mondo in cui tutti siamo interconnessi e interdipendenti. E di farlo come scelta consapevole e costante.
Nel suo lavoro pratica intensamente la generatività accompagnando l’espressione del potenziale di persone e team nel loro percorso di scoperta, sviluppo e cambiamento.
La pratica nell’ascolto empatico, nelle domande che generano intuizioni, nei rispecchiamenti che srotolano i pensieri, nelle abitudini che instaurano cambiamenti sostenibili, nell’utilizzo del gioco come strumento per accedere a nuove consapevolezze, connessioni e prospettive, nell’allenamento dell’intelligenza emotiva nel contesto di lavoro, nell’approccio sistemico che aiuta a vedere un tutto dove prima c’erano delle parti.
“E la vedo svilupparsi nell’aprirsi di possibilità dove prima non si vedevano, nella fiducia di intraprendere un nuovo percorso realmente coerente, consapevole ed intenzionale, nell’apprendimento continuo che sostiene la crescita, nella promozione di una cultura che pone la persona al centro, nella sua interezza.”
Giorgia ha deciso di mettere la generatività anche a servizio dell’associazione a cui appartiene con un progetto pro-bono per l’introduzione del coaching in alcune realtà no profit.
“È un progetto che combina i due estremi della mia vita professionale, permettendomi di servire persone che dedicano la loro vita a cause sociali significative per tutta la collettività, ma che spesso hanno accesso limitato a percorsi di sviluppo per mancanza di risorse.”
E cosa ci può essere di più generativo di offrire un’opportunità per dare la possibilità di esprimere al meglio il proprio potenziale?
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