Vademecum per scrivere testi chiari, inclusivi e accessibili: da dove partire? 20 Settembre 2024
Per usare un linguaggio chiaro, inclusivo e accessibile non è necessario essere linguista. Chiunque creda che le parole hanno un impatto sulla vita delle persone può avvicinarsi ai linguaggi chiari e inclusivi e farli propri. Ecco 5 semplici regole che puoi iniziare a mettere in pratica fin da subito.
a cura di Alice Orrù - Copywriting e software localization, specializzata in linguaggio inclusivo e accessibile, fa parte del comitato scientifico di DiParola Festival
Ne sei convinta anche tu ma non sai da dove iniziare? Questo vademecum ti aiuta a partire con il piede giusto e a scrivere testi più chiari, inclusivi e accessibili; si tratta di consigli utili, alla portata di tutte, che aprono la nostra comunicazione alla pluralità del mondo in cui viviamo.
1. Parole semplici e comprensibili
A meno che tu non debba scrivere un manuale tecnico o dedicato a persone esperte di un determinato settore, evita tecnicismi e parole complesse. Il linguaggio chiaro inizia con la scelta di termini di uso comune, facilmente comprensibili da un pubblico eterogeneo. Così faciliti l’accesso al contenuto per persone con diversi livelli di istruzione e di conoscenza della lingua.
Come diceva anche Tullio de Mauro,
«le parole sono fatte, prima che per essere dette, per essere capite.»
2. Frasi brevi e dirette
Le frasi lunghe e piene di subordinate, possono affaticare la lettura. In uno dei suoi preziosi approfondimenti sulla sintassi, Luisa Carrada ci ricorda che
«anche la geometria di una frase deve rispettare i bisogni e il modello mentale di chi legge».
Prova allora a esprimere un concetto per frase.
Usa la punteggiatura per rendere il testo più scorrevole.
Dai alle frasi una struttura semplice, facile da elaborare: l’ordine “soggetto, verbo, complemento” è uno dei primi che abbiamo imparato a scuola, continuiamo a usarlo.
3. Forma attiva e precisione
Anche la forma passiva può complicare la lettura: genera ambiguità, a volte omette il soggetto che compie l’azione, ti obbliga ad aggiungere parole che appesantiscono (l’ausiliare “essere”, il participio passato, la preposizione “da”).
Usa invece la forma attiva per dare chiarezza e responsabilità alle azioni che descrivi.
Per esempio, osserva la differenza tra queste due frasi:
- L’email è stata inviata: da chi? Come? Non ti sembra quasi di vedere un’email che rimane sospesa nell’etere?
- Ho inviato l’email: io, sono stata io. Ho premuto “invia”, concluso l’azione, la mail è partita. Azione breve e precisa.
4. Testi che respirano
Progettare testi chiari e accessibili non è solo una questione di parole. È anche, tanto, una questione di come strutturi le parole nella pagina. I testi facili da leggere sono quelli che respirano, il contrario dei muri di testo.
Alcuni accorgimenti per abbattere i muri:
- Usa senza timore gli spazi bianchi tra paragrafi.
- Organizza il testo in blocchi brevi, che contengono dalle 3 alle 5 frasi.
- Introduci elenchi puntati o numerati, se ha senso.
- Scrivi titoli e sottotitoli chiari che anticipano il contenuto delle varie sezioni del testo.
5. Visione plurale e non stereotipata
Una delle chiavi di volta per scrivere testi inclusivi è ricordare che le persone che ti leggono non per forza ti assomigliano. Non dare per scontato che chi ti legge usi il tuo stesso gergo, si informi nel tuo stesso modo, abbia una vita o valori simili ai tuoi.
Tieni a mente la diversità delle persone con cui entri a contatto quando pubblichi un testo; questo ti aiuterà a scrivere contenuti più precisi, accoglienti e rispettosi del tuo pubblico.
Alcuni aspetti a cui fare attenzione:
- L’uso di riferimenti culturali specifici o regionali che potrebbero non essere familiari a chi proviene da altre culture o comunità.
- Le espressioni che discriminano le persone per la loro identità o espressione di genere, o per il modo in cui vivono (o non vivono) la loro sessualità.
- L’abilismo di termini ed espressioni che riducono le persone a una disabilità – sia essa fisica o mentale, visibile o invisibile – o che implicano che determinate abilità siano superiori ad altre.
Per approfondire meglio questi temi e il modo in cui le parole hanno un impatto nella vita delle persone, puoi leggere Scrivi e lascia vivere. Manuale pratico di scrittura inclusiva e accessibile (Edizioni Flacowski): dentro ci trovi tantissimi esempi e casi pratici che ti aiutano a destreggiarti meglio tra le sfaccettature dei linguaggi chiari, inclusivi e accessibili.
Come verificare che un testo sia inclusivo?
La “formula magica dell’inclusività” non esiste. Quello che però puoi fare prima di premere “pubblica” è prenderti un momento per rileggere il testo con occhi critici.
Chiediti: ci sono categorie di persone che sto escludendo con questo contenuto? È un’esclusione dovuta alla specificità del tema che sto trattando oppure sto usando termini che potrebbero essere considerati offensivi?
Se ti rendi conto che l’esclusione dipende dalle parole che hai scelto, riprendi in mano il testo e torna al punto 5 di questo vademecum.
Affacciati a questa revisione con umiltà: prova a vedere il testo dalla prospettiva di persone con background, esperienze e sensibilità diverse dalle tue. Se hai la possibilità e il tempo di coinvolgere una persona esterna che legga il tuo contenuto con occhi nuovi, fallo!
Ascolto, riflessione e revisione sono fondamentali per una comunicazione ampia e rispettosa.
Di tutto questo parleremo anche il 3 e 4 ottobre al Festival DiParola, il primo evento in Italia dedicato al linguaggio chiaro, inclusivo e accessibile. Puoi raggiungerci dal vivo a L’Aquila o seguirci in streaming online: in entrambi i casi la partecipazione è gratuita e puoi già iscriverti qui.
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